Abbazia Sette Frati
L’Abbazia Sette Frati, eretta nel dodicesimo secolo dai monaci benedettini è situata poco fuori il paese di Pietrafitta, in provincia di Perugia. Diverse sono le ipotesi sull’origine del nome, la più probabile vuole che sia così chiamata in onore di sette fratelli, figli di S. Felicita, martirizzati a Roma il 10 luglio 164 d.C. Va detto tuttavia che nella maggior parte dei documenti viene indicata come Abbazia di S. Benedetto di Pietrafitta e, solo raramente, Abbazia dei sette fratelli.
Fino al 1400 circa vi abitarono i monaci benedettini ma dal millecinquecento cadde in commenda e in un primo tempo fu affidata a Monsignor Baldeschi, poi passò a Fabrizio degli Oddi, quindi a Gentile Baglioni, finché nel 1560 il Papa la conferì al cardinale Fulvio della Corgna, che fece restaurare e rinnovare il complesso architettonico (si dice anche con l’intervento di Galeazzo Alessi) facendone una sorta di dimora di caccia.
La Cripta
La cripta oggi semi interrata, ci mostra colonne e capitelli tutti differenti tra loro a dimostrazione del fatto che per la costruzione fu impiegato materiale di recupero di resti ancora precedenti e probabilmente pagani. Il diametro delle colonne ci dimostra che il pavimento originale, potrebbe trovarsi a circa 2 metri di profondità, ipotesi avvalorata da un carotaggio effettuato alla fine degli anni ’80. Entrando sulla destra si nota una porta tamponata a forati, materiale più recente ma comunque tamponata prima dell’arrivo della famiglia Sposini nel 1921. Un documento rinascimentale, un censimento papale, descrive capillarmente la parte della chiesa ma trascura totalmente la cripta, questo probabilmente perchè in passato, quando l’abbazia andò in commenda, la cripta fu usata come cantina o comunque come luogo per conservare olio vino e simili.
L’abside
L’abside sopra elevato rispetto il livello del popolo, conserva oggi l’altare originale che riporta le scritte crux lux lex vita probabilmente facendo riferimento ai dettami benedettini. Si notano ancora i fori per le corde delle campane che alla fine degli anni ’80 furono tolte e sostituite dal suono elettrico. Nell’abside si nota anche l’inizio della torre minore e incastonata su di essa, si può apprezzare del materiale decorato a rilievo anch’esso probabilmente riutilizzato da resti ancora precedenti. Dietro l’altare, due pitture lignee di ottima fattura donate in antichità alla chiesa abbaziale da un falegname di Assisi per grazia ricevuta.
Il chiostro
Il chiostro, ha al centro la cisterna che conserva ancora una grande quantità di acqua, la stessa che conferisce alla struttura durante l’estate quel caratteristico fresco che rigenera e ristora e anche quella memoria vitale che si sente toccando le pareti in pietra. Gli archi in laterizio convivono con i conci restanti e proprio in questi spazi si può apprezzare la convivenza dei due periodi storici che la caratterizzano: il medioevo ed il rinascimento. In un angolo del chiostro è conservato il portone d’ingresso originale che lascia intravedere un probabile stemma. L’ingresso dell’abbazia, che è anche l’ingresso principale dell’Agriturismo Abbazia Sette Frati a casa di Sara, è rimasto pressoché intoccato, il pavimento a spina di pesce è lasciato al grezzo anche per conservare quello che è il suo fascino autentico.
Da segnalare che le logge, dove compare la data 1570, le scale e le stanze del piano nobile, sono decorate a grottesca con scene allegoriche e storie sacre (episodi del Vecchio Testamento), attribuite a Salvio Savini.
Abside esternamente
L’abside, la parte retrostante dell’abbazia, è il luogo più suggestivo e autentico di tutto il complesso abbaziale, infatti la pietra che lo caratterizza è quella grigia delle origini medievali e guardando la parete con il naso all’insù, si può ancora apprezzare il taglio spiovente del tetto in stile romanico. Il campanile cinquecentesco è a vela.